Viaggio tra le Antiche Torri di Avvistamento in Costiera

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(AGO PRESS) Un elemento peculiare del paesaggio sorrentino ed amalfitano è rappresentato dalle numerose torri di avvistamento, presenti sia lungo le coste che presso i centri collinari.

Le prime testimonianze di queste strutture difensive si fanno risalire al IX secolo.

Ma è soprattutto nel cinquecento , con l’incremento delle incursioni saracene lungo le coste della Penisola, che si ha uno sviluppo considerevole nella edificazione delle torri.

In poco meno di un secolo vengono erette circa 50 torri di avvistamento. Un numero considerevole se rapportato con le 400 costruite in quegli anni lungo le coste del Regno di Napoli, da Gaeta all’Abruzzo. Questa densità di baluardi difensivi in penisola Sorrentina è legata ad un preciso fatto storico: la sanguinosa incursione dei pirati saraceni del 13 giugno 1588.

Quel triste giorno, riportato in numerose cronache dell’epoca, Sorrento e Massa Lubrense furono messe a ferro e fuoco. Duemila pirati sbarcarono presso Nerano, depredando e saccheggiando ogni casa che incontravano sul loro cammino. Dalle coste lubrensi si diressero verso la città di Sorrento, compiendo numerosi massacri. La mancata presenza di torri di avvistamento, favorì sicuramente lo sbarco dei saraceni.

Fu solo dopo gli eventi tragici del 1588 che venne approntato un piano per la realizzazione di un sistema difensivo, fatto di torri, che si dividevano in due grandi categorie: le torri di difesa e quelle di guardia (o guardiole).

Le prime sorgevano vicino ai centri abitati ed erano provviste di una batteria di cannoni, mentre le torri di guardia erano disposte lungo la costa. Ogni torre era in vista delle due limitrofe, in modo da poter comunicare nel più breve tempo possibile, con segnali di fumo, durante il giorno, e con l’accensione di falò, durante la notte.

Di queste antiche strutture difensive, in penisola sorrentina ne sopravvivono numerose testimonianze.

Alcune sono ridotte a poco più di un rudere, mentre altre, sottoposte ad interventi di recupero più o meno rispettosi della struttura originaria, sono state adattate agli usi più disparati.

Anche se alcune torri sono presenti nella piana di Sorrento (tra queste merita una menzione particolare quella di Legittimo, presso Piano di Sorrento, con torrino e merlature pressoché intatte), la maggior parte di esse è presente nel territorio di Massa Lubrense, più esposto, per posizione geografica, ad eventuali attacchi nemici.

Cinque sorgono lungo il versante napoletano della costa massese (Capo Massa, Capo Corvo, Punta San Lorenzo, Fossa di Papa e Punta Campanella), le altre sul versante salernitano (Ieranto, Cantone, Recommone e Crapolla).

Massa Lubrense è però ricca di strutture di difesa anche nella fascia collinare, dove sorgono la maggior parte dei numerosi casali.

Celebre è il “Torrione” di Massa Centro, massiccia ed imponente struttura, sorta a difesa dell’ex collegio gesuitico , meglio conosciuto come “Quartiere”.

E’ da ricordare, inoltre, che alcune di queste torri, ebbero una loro “vita”, anche nel periodo successivo alla cessazione delle incursioni saracene: Torre Turbolo, che troneggia al centro del borgo dell’Annunziata, nel seicento fu sede del Monte dei Pegni; mentre in epoca a noi più vicina, la Torre Ghezi, presso Sant’Agata, servì da rifugio alla popolazione locale, durante l’ultimo conflitto mondiale.

Marco Mantegna

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