Sorrento

0
1269

Dolcemente adagiata su un costone tufaceo, Sorrento si specchia con la sua costiera nel golfo di Napoli, ammaliando turisti e visitatori, attratti da scorci e panorami mozzafiato. La città dà il suo nome alla penisola sorrentina, una vasta area che si estende da Vico Equense a Massa Lubrense e che, grazie alla sua conformazione geografica, sospesa tra il verde delle colline e l’azzurro del mare, costituisce da sempre una delle grandi attrazioni del Sud Italia. Con i suoi quasi dodicimila posti letto distribuiti in oltre 150 strutture ricettive, oltre a decine di strutture extralberghiere – dai camping ai bed & breakfast, dai residence agli ostelli, ai villaggi turistici e ad una trentina di agriturismi – la costiera sorrentina è tra le mete più gettonate dell’intera regione Campania. Costituisce inoltre la sede ideale per visitatori italiani e stranieri intenzionati a programmare escursioni verso Capri, Ischia, Pompei, Positano, Amalfi, Ercolano, Paestum e il Vesuvio, località situate a non più di 50 chilometri di distanza.

Dopo essere stata colonia fenicia, Sorrento divenne uno scalo frequentato dai Greci nei commerci con Napoli e con le altre città meridionali. Proprio i greci le avrebbero imposto il nome di “Syrenusion” o “Syreon”, ovvero terra delle sirene, le mitiche creature metà donna e metà pesce, narrate anche da Omero nell’Odiseea, che con il loro canto ammaliavano i naviganti. Dopo il dominio degli Osci e dei Sanniti, venne soggiogata dai Romani. Anch’essi ne apprezzarono le bellezze, tanto da eleggerla nell’età imperiale a luogo di villeggiatura di patrizi, come testimoniano le numerose vestigia di villae.

Patria di Torquato Tasso, da sempre Sorrento ha esercitato un particolare fascino che ha attratto poeti e letterati, da Goethe a Lamartine, da Stendhal a De Bouchard, da Byron a D’Annunzio, da Ibsen a Douglas, musicisti come Rossigni, Liszt, Meldesshon, Wagner, i pittori Pinelli, Fernet, Lindstrom, i fotografi De Luca e i fratelli Alinari e registi come De Sica, Gallone e Mastronardo. Tra gli illustri visitatori passati per Sorrento si ricordano inoltre Enrico Caruso, Giacomo Casanova, Scipione Breislak, Marion Crawford, Charles Dickens, Helman Melvill, Friedtich Nietzche ed Axel Munthe. La cittadina costiera venne inclusa nel Settecento tra le tappe del Grand Tour, quel viaggio attraverso le più significative città italiane che gli intellettuali stranieri compivano per approfondire la storia, l’arte e la cultura del Bel Paese.

DA NON PERDERE

Basilica di Sant’Antonino. Dedicata al Santo Patrono, la chiesa venne edificata, con un tipico impianto basilicare a tre navate, intorno all’anno Mille e poi interessata da restauri e rifacimenti tra il XVIII e il XIX secolo. La struttura custodisce tra l’altro dipinti del Seicento, frammenti di un antico pavimento maiolicato ed un pregevole esempio di presepio napoletano del ‘700, attribuito ad allievi della scuola di Sammartino con figure presepiali addobbate da abiti realizzati con stoffe pregiate ed arricchiti da merletti preziosi. In una cripta sottostante è situato il sepolcro di Sant’Antonino. Probabilmente nativo di Campagna, nel salernitano, giunse dopo un lungo periodo trascorso tra Castellammare di Stabia e il Monte Faito, a Sorrento e qui morì il 14 febbraio del 471. Tra i miracoli che gli si attribuiscono, c’è quello di avere salvato un bambino che era stato inghiottito da una balena. Questo spiega il perché della presenza, nell’atrio della basilica, di due ossa di cetaceo. Un legame saldissimo, quello del santo con il mondo del mare e dei suoi protagonisti, come testimonia la collezione di ex voto presenti nella chiesa donati da marinai scampati a naufragi.

Duomo. In quello di Sorrento non potevano mancare esempi di un’arte locale nota in tutto il mondo: la tarsia lignea. Il duomo cittadino, affacciato su corso Italia, è infatti impreziosito con arredi realizzati con le antiche tecniche di intarsio. Edificato agli inizi del Quattrocento, in stile romanico è stato oggetto, successivamente, di vari interventi di restauro, fino a quello del 1924 nel corso del quale fu rifatta interamente la facciata. La chiesa, oltre al battistero dove venne battezzato il cittadino forse più noto della città, Torquato Tasso, ospita un gran numero di dipinti della scuola napoletana del Settecento ed è caratterizzata anche da un imponente campanile.

Sedil Dominova. Raffinato monumento, costruito intorno al 1450 e perfettamente conservato, è il luogo dove si riunivano i rappresentanti della nobiltà locale, per discutere di questioni relative alla vita politica ed amministrativa della città. Unica testimonianza rimasta in tutta la Campania degli antichi sedili nobiliari, quello di Dominova si presenta con una loggia aperta, sormontata da arcate a base quadrata e chiusa ai due lati da altrettante balaustre ed una cupola di maiolica risalente al Seicento. Di notevole interesse gli affreschi del Settecento che raffigurano delle prospettive architettoniche. La saletta interna custodiva delle iscrizioni marmoree ora conservate al Museo Correale di Terranova di Sorrento. Nell’area antistante il sedile sorgeva un tempo una fontanella. Di qui, l’appellativo alla piazzetta di “schizzariello”, ovvero piccolo schizzo d’acqua.

Convento di San Francesco. Il complesso conventuale di San Francesco d’Assisi è costituito da tre elementi: la chiesa, il monastero ed il famosissimo chiostro. La chiesa, edificata nel XIV secolo in stile barocco, ma con una facciata in marmo bianco costruita nel 1926, custodisce importanti opere come il portone ligneo del 1500, due affreschi del ‘700 raffiguranti Sant’Antonio da Padova e San Giacomo, ed una statua in legno raffigurante San Francesco con il Cristo crocifisso. Un’altra statua del santo, in bronzo, di stile moderno, realizzata nel 1992 dallo scultore Alfiero Nena, è invece visibile nel piazzale antistante la chiesa. E sembra quasi accogliere il visitatore che, poco più avanti, può visitare lo splendido chiostro del Trecento, adiacente il monastero fondato nel VII secolo e tuttora abitato dai frati francescani. La struttura presenta una ricca varietà di ordini architettonici fusi insieme fino a dare vita ad un’opera unica, cornice ideale di mostre, manifestazioni, concerti ed eventi.

Marina Grande. Vi si accede attraverso una via in discesa, a gradoni, che ha origine alla fine di via Sopra le Mura. Dopo pochi passi si giunge alla porta della Marina Grande che conserva, malgrado i successivi rifacimenti, l’impianto tipico delle porte greche e che viene datata intorno al IV secolo a.C. E’ da qui che entrarono i pirati turchi che saccheggiarono Sorrento nel 1558. Oltrepassata la porta ci troviamo davanti ad un tipico villaggio di pescatori dove è interessante notare una fusione dello stile moresco con quello più propriamente locale, dando origine a forme architettoniche bizzarre e pittoresche, come le case costruite nel tufo ed ancora abitate. Qui sorge anche la chiesa di Sant’Anna, protettrice del borgo, costruita alla fine del Seicento e successivamente ampliata. Su questa spiaggia, in un cantiere navale a cielo aperto, venivano costruiti i famosi “gozzi sorrentini”, tipica imbarcazione di legno con una vela, lunghe dai 6 ai 12 metri, maneggevoli e affidabili, praticamente inaffondabili. La maestrìa degli artigiani sorrentini era tale che i gozzi furono adottati dai pescatori di tutto il golfo di Napoli e delle isole. Eredi di questa tradizione sono i gozzi a motore che si costruiscono ancora oggi a Sorrento e nei dintorni.

Museo Correale. Il museo è nato da una fondazione privata voluta dai fratelli Alfredo e Pompeo Correale, conti di Terranova, ultimi discendenti di un’antica e nobile famiglia sorrentina. Nei loro testamenti essi disposero che il palazzo, l’annesso fondo e le loro collezioni d’arte, custodite nella villa Correale, costituissero un museo intitolato a loro nome. Passeggiando per le stanze della splendida dimora si possono ammirare mobili preziosi, raffinate porcellane europee ed orientali e rari dipinti napoletani e stranieri. La struttura è distribuita su tre piani, per un totale di ventiquattro sale più il sottotetto, recuperato come spazio espositivo. Le collezioni d’arte del museo Correale presentano un ampio panorama della pittura e delle arti decorative napoletane dal XVI al XIX secolo e della pittura straniera, una interessante raccolta di orologi europei ed infine una delle più prestigiose collezioni di porcellane cinesi, europee e napoletane del XVIII secolo. Info allo 0818781846.

Museobottega della Tarsialignea. Situato nel centro storico, in un palazzo del Settecento, il museo propone, nelle sale dalle volte affrescate e dai soffitti rivestiti di parati di carta dipinti a mano, una selezionata e ricca collezione di mobili e di oggetti realizzati dai maestri intarsiatori sorrentini lungo tutto il XIX secolo. L’esposizione evidenzia gli aspetti tecnici e decorativi delle singole scuole e botteghe artigiane. L’attigua mostra di quadri di artisti italiani e stranieri, di stampe e foto d’epoca, consente inoltre di ricostruire l’immagine ottocentesca della costiera sorrentina e del contesto storico ambientale nel quale si sviluppò la produzione intarsiata locale. L’evoluzione nelle tecniche di lavorazione, la documentazione dei materiali utilizzati, lo studio dei temi decorativi e dei dettagli progettuali, che valorizzano il design dei prodotti dell’intarsio, offrono spunto per altrettante sezioni. Info allo 0818771942.

Capo di Sorrento. Questa località, a metà strada tra Sorrento e Massa Lubrense, raggiungibile anche con gli autobus, ospita i Bagni della Regina Giovanna e il sito archeologico della villa di Pollio Felice. Per accedere all’area bisogna percorrere una stretta stradina, ombreggiata da alberi d’ulivo e d’aranci, coi muri coperti d’edera, che scende per una rampa degradante verso il mare. La scogliera è intitolata alla regina Giovanna Durazzo d’Angiò che, secondo una leggenda, veniva ad immergersi in questo specchio di mare. Tutto lo spazio antistante la sommità del promontorio è occupato dai ruderi di una grandiosa villa romana, appartenuta forse al patrizio Pollio Felice, costruita al tempo dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.) e cantata anche dal poeta latino Stazio nel poema “Silvae”. Proseguendo si può raggiungere la Solara, una distesa di rocce consumate dal sole, meta estiva di centinaia di bagnanti.

Marina di Puolo. Suggestivo borgo marinaro, conta oggi circa 150 abitanti, ed un territorio diviso tra Sorrento e Massa Lubrense. La sua storia scorre tra le rughe dei vecchi pescatori, intenti a riparare reti e a scrutare quello specchio d’acqua inserito nel perimetro della riserva naturale marina di Punta Campanella, un’area protetta di notevole pregio ambientale per la sua biodiversità. Il borgo, tutto raccolto a ridosso della spiaggia grande, è sovrastato da un’antica torre di avvistamento dei pirati. Il nome Puolo deriva da una distorsione del latino Pollius, nome del patrizio romano Pollius Felix, proprietario della maestosa villa che si ergeva a poca distanza. L’area di Puolo è oggi interessata da un progetto di recupero e di tutela in chiave turistica portato avanti da una associazione costituita proprio tra gli stessi abitanti del borgo.

DA SORRENTO A:
Roma: 257 km.
Napoli: 48 km.

INFORMAZIONI E NUMERI UTILI

Polizia Municipale: 0818074433
Taxi: 0818782204
Uffici Postali: corso Italia 212, Via Capo 108
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo: Via L. De Maio 35, tel. 0818074033

[Photo Credits]