Una giornata a piedi sui sentieri della Penisola è il modo migliore per scoprire gli angoli più remoti e spettacolari di questo balcone naturale che si affaccia sui golfi di Napoli e Salerno. Vicino al mare o in quota, le possibilità sono tante e la maggior parte dei percorsi è accessibile a tutti: basta dotarsi di giacca a vento e scarponcini da trekking. La Penisola è circondata dai Monti Lattari che abbracciano la costiera sorrentina e quella amalfitana con le sue vette più alte di Sant’Angelo a Tre Pizzi e Monte Faito. È proprio dal Monte Faito che parte il nostro itinerario.
Il monte, situato a ben 1143 metri d’altezza, deriva il suo nome dal termine “faggeto” visto che esso è ricco di questi alberi ma anche di lecci e castagneti, la prosperità dei cui frutti è festeggiata da un’importante sagra che si tiene nel mese di novembre. Per raggiungere la vetta del Monte da Castellammare di Stabia o da Vico Equense, due sono le possibilità.
Coloro che giungono nella penisola con mezzi pubblici, potranno servirsi dell’efficiente servizio della funivia che consente di raggiungere la vetta in soli 8 minuti; per quanti stanno effettuando un tour in automobile, è consigliabile la strada che porta dalla casina reale dei Borboni alla vetta, senza dimenticare che, laddove se ne senta la necessità, sarà possibile sostare in uno dei parcheggi per godere del meraviglioso belvedere.
Raggiunta l’ambita meta, si avrà la netta sensazione di essere sommersi dal verde e dall’aria pulita ed inoltre, il centro sportivo con piscina, il maneggio e i tipici ristoranti ubicati sul monte, renderanno la giornata veramente indimenticabile. Numerose attività sportive sono praticate ma fra tutte, domina l’equitazione: a fine agosto si tiene ogni anno un celebre concorso ippico nazionale.
Dal monte Faito prendono il via vari itinerari naturalistici che si differenziano per la durata ed il grado di difficoltà. Particolarmente consigliati sono quelli organizzati dal circolo Legambiente di Vico, “Il Gheppio”. Nei vari percorsi ci si potrà imbattere in uccelli quali il gheppio e la poiana, ma anche osservare da vicino piante esistenti solo nella penisola, quali la santolina napoletana e la pinguicola. Attenzione a quest’ultima: si tratta, infatti, dell’unica pianta carnivora della Campania. Numerose le credenze sul monte Faito.
Si pensa, ad esempio, che esso fu luogo di ritiro e di rifugio di santi anacoreti mentre l’immaginario collettivo la considerava abitata da folletti e da streghe. Per coloro che ritengono di avere ancora le forze, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sicuramente una sosta va fatta a Punta Campanella, classificata come riserva naturale marina, parco di protezione terrestre e marino, con la sua macchia mediterranea che, oltre ad offrire rosmarino, ginepro, mirto e ulivo selvatico, ospita anche la rara palma nana.
Inoltre, accanto a tanta vegetazione, va segnalata la presenza di coppie nidificanti di falco pellegrino. Per i più temerari, va segnalata l’incantevole Baia di Ieranto, di proprietà del fondo per l’Ambiente Italiano, parco naturale istituito nel 1982 in un’area che va da Punta Campanella alla Marina del Cantone e che rappresenta uno dei luoghi più suggestivi della penisola sorrentina con specie marine protette.
Le ultime due tappe sono nella parte interna della ridente penisola, l’altopiano di Agerola e Gragnano, ai piedi dei monti Lattari. Il primo si presenta dall’altezza dei suoi 700 metri circa, come un luogo fresco immerso nei castagneti. La sua frazione più spettacolare è San Lazzaro dal cui belvedere ci si affaccia sulla stupenda Conca dei Marini, gemma della costa di Amalfi con la sua stupenda Grotta dello Smeraldo così chiamata dal colore dell’acqua, grazie ai riflessi della luce solare che penetra attraverso l’apertura delle rocce e che merita un’escursione marina che regala uno scenario incantevole, con stalattiti e stalagmiti e con la vista di un presepe in ceramica alla profondità di 4 metri.
Si tratta di un luogo facilmente raggiungibile solo dai più “coraggiosi” che dovranno affrontare una serie interminabile di scalini.
Gragnano, invece, offre il contatto diretto con la natura ed escursioni in paesaggi da sogno: dalla strada della Valle dei Mulini fino ad Amalfi. Un’altra opportunità è offerta dai sentieri mulattiera che conducono alla Sorgente Forma, ai piedi del borgo medievale di Castello, o dai sentieri boschivi che si spostano da Aurano al Monte Mogano con il suo bosco ceduo costituito prevalentemente da lecci, betulle,faggi, castagni e pioppi e la sua ricca fauna rappresentata da conigli, cinghiali, tassi e volpi per arrivare alle sorgenti dette del Vrecciaro, dove l’acqua sgorga dalle pietre.