La Penisola Sorrentina da sempre associa alle bellezze paesaggistiche, che nel tempo l’hanno trasformata in una delle mete più ambite del turismo internazionale, una vasta gamma di prodotti agricoli, ottenuti dalla sapiente coltivazione dei caratteristici terrazzamenti. Accanto ai più noti limoni, arance, noci di Sorrento ed allo squisito olio d’oliva, la costiera conserva, soprattutto nelle zone collinari più interne, dei prodotti di nicchia unici nel loro genere. Tra questi rientra a pieno titolo la mela limoncella di Sant’Agata sui due Golfi, località collinare compresa nel comune di Massa Lubrense.
In questo lembo di terra, sospeso tra i Golfi di Napoli e Salerno, a 400 metri sul livello del mare, viene ancora coltivata questo tipico frutto, dal colore giallo paglierino, che fino alla metà del secolo scorso costituiva la risorsa economica principale per gli abitanti.
La mela limoncella era coltivata su vasta scala fino ai primi dell’Ottocento. In seguito gli agricoltori locali si trovarono impreparati a fronteggiare le malattie tipiche cui va soggetto il melo (tortrice, rodilegno). Gli alberi si resero improduttivi ed i contadini iniziarono a sostituirli con alberi di nocciolo. La ripresa della coltivazione delle mele limoncella si deve ad un albergatore tedesco, Max Brandmayer, che nella sua proprietà, nei pressi dell’eremo del “Deserto” coltivava con successo gli alberi di melo, utilizzando dei trattamenti biologici per evitare che le piante fossero attaccate dalle malattie nocive allo loro stessa esistenza.
L’esperienza di Brandmayer spinse gli agricoltori di Sant’Agata a recuperare la coltivazione della limoncella, molto apprezzata anche al di fuori dei confini regionali.
Negli ultimi decenni la produzione di questo frutto si è però notevolmente ridimensionata, a causa della profonda crisi che tuttora investe il comparto agricolo in penisola sorrentina.
Tuttavia in alcuni ettari di terreno, coltivati da pochi ma tenaci agricoltori, sono ancora presenti le limoncelle.
Questa varietà, che viene raccolta durante il mese di settembre quando il frutto giunge a maturazione, vegeta su terreno fresco e profondo, presenta un sapore leggermente acre ed un profumo squisito, che la rende ottima per la preparazione di crostate e marmellate.
Ma il principale modo di consumare le limoncelle è quello di cuocerle in forno, preferibilmente a legna,aggiungendo sul fondo della casseruola un cucchiaio di miele d’acacia.
Queste mele cotte,denominate nel dialetto locale “passetielli” (in quanto la cottura fa leggermente “appassire” il frutto) rappresentano ancora oggi un piatto tipico della cucina sorrentina, soprattutto nel periodo natalizio.