Alla scoperta della marina di Crapolla: attratto dal richiamo delle Sirene, inizio un’altra affascinante esplorazione all’interno del territorio di Massa Lubrense
Posto incantato e quasi immutato, interessato da numerose informazioni storiche, mitologiche e leggendarie che, intrecciandosi tra loro, divengono agli occhi dei visitatori antichi e moderni un richiamo alla sperimentazione piena del fiordo “dimenticato”.
Si giunge al caratteristico borgo di Crapolla, ancora utilizzato dai pescatori come ricovero per le loro barche, a piedi, da Torca, scendendo per una gradinata di oltre 700 scalini, con una passeggiata di circa 30 minuti.
Il percorso comincia: ci lasciamo alle spalle la caratteristica Chiesa dedicata a San Tommaso apostolo, equipaggiati in modo consono e con un’adeguata scorta di bevande; dopo un primo tratto, asfaltato, ci troviamo improvvisamente a camminare su di un piccolo sentiero, completamente circondati dalla natura.
Scendiamo molto accorti, le recenti piogge hanno reso le pietre molto scivolose. Intorno a noi si contano, a centinaia, le caratteristiche “campanelle” gialle in fiore, che trasformano il paesaggio massese in questo periodo dell’anno, interrotte solo dall’affiorare di qualche masso calcareo o da qualche antica casella diroccata.
Cominciamo, poco più avanti, a sentire il Rivo Iarito, segno che è vicino il bivio del cammino, che da un lato prosegue verso Crapolla e dall’altro sale verso Sant’Agata sui Due Golfi. Naturalmente noi proseguiamo verso Crapolla, costeggiando lo Iarito che, specialmente in estate, regala gli ultimi momenti all’ombra prima di intraprendere la tortuosa scalinata al sole.
Arriviamo velocemente, complice anche l’aria fresca, “ammont a’guardia”, dove il panorama spazia dagli isolotti dei Galli, sulla destra, fino al promontorio di Mont’Alto, sulla sinistra. In questo punto si palesa in modo chiaro il senso di tutta la passeggiata verso il fiordo: la fatica e la bellezza.
Si intravedono, tra i bassi cespugli di macchia mediterranea, i tortuosi scalini (lo ripeto, 700); il panorama mozzafiato, però, ci ammalia e ci rapisce: cominciamo la vera discesa verso Crapolla.
Delle bellissime mattonelle di maiolica ci guidano nel conteggio degli scalini fino a giungere, senza soste (siamo in discesa), alla cappella di San Pietro. Dal piccolo spiazzo antistante la cappella si gode di una splendida vista su Isca (acquistata da Eduardo De Filippo), Vetara, Li Galli, Praiano e, nelle giornate terse come quella di oggi, riusciamo a distinguere perfettamente tutto il Golfo di Salerno.
La piccola cappella sorge sui ruderi di un’antica abbazia benedettina del XII secolo. Dell’originaria Abbazia di San Pietro non resta più niente; sono ancora visibili solo qualche fusto di colonne ed alcuni basi marmoree.
L’abbazia e la cappella portano il nome del primo Papa poiché si narra che San Pietro sia approdato a Crapolla durante il suo viaggio verso Roma. Per secoli si è festeggiato al fiordo il Martedì di Pasqua e molti erano i fedeli che vi si recavano in pellegrinaggio da Sorrento; oggi la piccola cappella si anima di moltissimi fedeli nel giorno in cui si ricorda la memoria di San Pietro (29 Giugno).
Riprendiamo la strada verso la marina, sulla sinistra notiamo il tracciato, pericoloso e spesso impraticabile, che conduce alla Torre di Crapolla (situata all’imboccatura dell’insenatura e fatta costruire dall’Università di Massa Lubrense nel 1567), mentre sulla destra il fiordo si offre al nostro sguardo in tutta la sua bellezza.
Siamo arrivati alla Marina di Crapolla. La spiaggia ciottolosa si affaccia sul mare tra due promontori. All’interno, verso la montagna, notiamo invece numerose costruzioni parzialmente incassate nella roccia, adesso adibite a deposito. Almeno in parte conservano le pareti originali visto che sono facilmente individuabili vari blocchi di opus reticolatum.
Siamo completamente immersi nella natura. Ci riposiamo e riprendiamo le forze in un contesto bello come pochi. La montagna alle spalle presenta una fenditura stretta, nella quale scorre il Rivo Iarito. Lo Iarito con il suo scorrere, ci ricorda che da Crapolla è ora di risalire. Aiutiamo due pescatori a tirare la loro barchetta all’interno del fiordo e ci sentiamo anche noi un po’ parte di questo incantevole quadro. Risaliamo. Le gambe saranno anche un po’ appesantite, ma è un prezzo che paghiamo volentieri.
Informazioni utili
Per arrivare a Crapolla, raggiungi il territorio di Massa Lubrense con l’auto percorrendo la SS145 da Castellammare di Stabia.
In treno, con la Circumvesuviana, arriviamo a Sorrento e poi prendiamo gli autobus della SITA fino a S.Agata sui due Golfi/Torca.
Consigli
Prima di iniziare la passeggiata verso la marina di Crapolla assicuratevi di indossare scarpe comode, una buona scorta di acqua, una barretta di cioccolato fondente ed una maglietta di ricambio.