L’Arciconfraternita Morte ed Orazione di Piano di Sorrento

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Sorrento e la Penisola non rimasero insensibili al fascino della Compagnia della Morte ed Orazione fondata a Roma nel 1538 ed elevata ad Arciconfraternita, da Papa Pio IV, nel 1560, facoltata della possibilità di aggregare altre confraternite in Italia.

Dopo la Congregazione di S. Catello di Sorrento (con l’altro appellativo di Arciconfraternita della Morte) risulta aggregata, con bolla del 3 agosto 1606, firmata dal Cardinale Aldobrandini, l’Arciconfraternita eretta nella chiesa (dal 1915 Basilica Pontificia) di S. Michele Arcangelo, orgoglio della fede e del lavoro dei cittadini di Piano di Sorrento (fu resa più bella dopo il terremoto del giugno 1688, che ne distrusse quasi completamente il campanile).

I rapporti fra l’Arciconfraternita e la chiesa Parrocchiale sono stati sempre conseguenti al rispetto ed all’affetto di filiani devoti e che generarono anche doni di preziosi parati e di candelieri dorati.

L’Arciconfraternita «Mortis et Orationis» ha ricevuto l’assenso regio di Carlo III di Borbone nel 1758.

Dal libretto degli associati, stampato nel 1856, si legge: «Lo scopo primario di questa Confraternita è l’ esercizio della carità cristiana nel dare ecclesiastica sepoltura a tutti i veri poveri, ed ai cadaveri deleritti o naufrati della Città ed antica Diocesi di Sorrento. La divisa è una veste di tela nera con cappuccio e cingolo di uguale colore. Si pasce di umiltà cristiana, ed è, perciò, che, sebbene potrebbe precedere alcune altre Confraternite, essa, senza pregiudizio di diritti, si piazza sempre al posto meno nobile, ed evita litigi e discordie».

Gli obblighi specifici degli stessi associati sono:

«1) Confessarsi e comunicarsi almeno una volta al mese, 2) Recitare una terza parte del Rosario, con le litanie in ossequio della Beatissima Vergine, 3) Intervenire a tutte le chiamate, sia per esequie, sia per altre funzioni, 4) Pagare tre carlini annui fino alla somma di ducati nove».

In questa tradizione di attività sociale e religiosa si è sviluppata la vita dell’ Arciconfraternita. Infatti tutti i confratelli sono impegnati alla celebrazione di sessanta messe per i confratelli vivi e defunti, ad un incontro settimanale (ogni venerdì sera) nella loro sede su argomenti di natura socio-religiosa e alla santa Messa (ogni domenica mattina) nella Basilica di S. Michele

Arcangelo. Il sodalizio provvede a quattro giornate mensili di pane alla Casa di riposo «S. Michele», ad una quota fissa di unmilioneduecentomila per casi di emergenza. Con tutti i residui degli anni precedenti, è stato acquistato un minibus confort di nove posti «Renault» (del valore di sedicimilioni e mezzo) affidato il 9 dicembre 1984 al gruppo donatori di sangue «Il Pellicano» per il trasporto di ammalati, feriti, anziani, bambini ed handicappati.

Poiché fra i doveri religiosi principali c’è quello di «partecipare alle funzioni della Settimana Santa ed a quelle per l’esaltazione della S. Croce», le manifestazioni che distinguono l’Arciconfraternita sono le Processioni del Venerdì Santo (una nella notte e l’altra a sera).

I Confratelli nel loro saio nero sfilano per strade e piazze di Piano di Sorrento, invitando alla meditazione e penitenza, con i simboli dell’ Arciconfraternita (Stendardo e Pannetto), con i «lampioni» e le rappresentazioni della Passione di Cristo (i famosi e più volte indicati «misteri» o «martìri»), chiudendo il mesto corteo con il tradizionale coro del «Miserere», che, oltre al salmo di Davide canta anche lo «Stabat Mater».

La processione della notte porta la statua dell’ Addolorata, mentre quella della sera aggiunge il «Cristo Morto» che è motivo di commozione per tutti i presenti.

Ma l’elemento caratteristico di queste processioni dell’ Arciconfraternita Morte ed Orazione di Piano di Sorrento è un coro di voci bianche. Trattasi di un nutrito coro di giovanissimi che, in apertura della sfilata cantano due inni che richiamano le scene della salita del Golgota: «Al Calvario» e «Inno di Passione».

Il primo inno inizia con i seguenti commoventi versi:

Al Calvario, al Calvario, o redenti
Ove l’ostia s’immola d’amor:
Al Calvario moviamo dolenti,
Ove il Dio della vita sen muor !
Del suo sangue Ei ci vuole cospersi
Per amore il suo sangue Ei ci dà:
Non sia ciglio, che pianto non versi,
Non sia cuor, che non s’ apra a pietà!
Non sia ciglio, che pianto non versi,
Non sia cuor, che non s’ apra a pietà!

Con la processione del Venerdì Santo sera, Piano di Sorrento, come le altre Parrocchie e gli altri centri della Penisola ogni anno mantiene viva la tradizione nella quale tutti, giovani ed adulti, si preparano alla Pasqua.

Con questo spirito l’Arciconfraternita ha organizzato a Roma la processione della Settimana Santa del 1975 e del 1984 nei due Anni Giubilari con la solenne conclusione in piazza S. Pietro.

Tratto – per gentile concessione ed autorizzazione dell’autore – da “Le Processioni della Settimana Santa in Penisola Sorrentina” di Nino Cuomo con illustrazioni di Bruno Balsamo.

Il libro – ormai introvabile – è stato pubblicato nel mese di marzo del 1986 per conto dell’ Associazione Studi Storci Sorrentini dalla Società Editrice Napoletana presso “La Buona Stampa S.p.a” di Ercolano.

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