Itinerario Natura: tra Macchia Mediterranea e Grotte Marine

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Nelle tre isole perfetto è il connubio tra ambiente naturalistico e marino, dove la macchia mediterranea coesiste con coltivazioni di agrumi e alberi di alto e medio fusto, patrimonio di rara bellezza e dove oltre alla viabilità ordinaria è possibile scegliere uno dei tanti itinerari naturalistici, “verdi e blu”, alla ricerca di oasi, grotte marine, riserve naturali e sentieri rupestri.

A Procida è possibile seguire circa dodici sentieri interpedonali attraversando orti e giardini fino ad affacciarsi sulla costa. Ne suggeriamo due:

Sul lato meridionale dell’isola si può intraprendere il sentiero del Pizzaco che inizia alla fine di Via de Gasperi in località Villa Lavinia e percorre per l’intera lunghezza tutta l’area di Pizzaco, costeggiando la settecentesca Villa Lavinia e godendo sulla destra del sentiero dell’aria salubre di una fìtta boscaglia di macchia, con alberi di roverella ed ulivo frammisti ad alterno, fino ad arrivare alla punta Pizzaco, a strapiombo sul mare, in un paesaggio unico e non intaccato dall’uomo, ricco di mortella, lentisco, fiori di agave e euforbia.

L’altro sentiero è quello del Pioppeto che inizia poco dopo via del Faro al termine di una gradinata che conduce al faro stesso. Il percorso costeggia il versante settentrionale dell’isola e si affaccia sul tratto di mare denominato pioppeto proprio per la presenza di alberi di pioppo. Il sentiero si sviluppa a ridosso della costa. Il primo tratto offre stupendi scorci panoramici ma, dopo aver superato un belvedere e risalendo verso la contrada Cottomo, ci si addentra in un fitto bosco di roverelle, lecci e ricca macchia con ginestre ed erica. È possibile percorrere discese naturali che portano al mare in cale e calette, vero paradiso per gli amanti della pesca subacquea e del mare di scoglio. Si segnala la riserva naturale dal 1974 dell’isolotto di Vivara, area protetta per la straordinaria ricchezza della vegetazione e per la fauna stanziale e migratoria.

In origine l’isolotto era collegato al promontorio di Santa Margherita di Procida da un istmo naturale sostituito poi da un pontile dell’acquedotto campano di origine vulcanica e sulle rocce e anche possibile trovare le ossidiane, ovvero le pietre dell’eruzione di dimensioni e forme diverse. Per la visita è necessario un contatto con il Comune. È possibile proseguire questo itinerario “verde” spostandosi ad Ischia e precisamente nel comune di Forio presso i Giardini di casa Walton, detti della Mortella, nati nel 1956 per volere di Susana e il marito William Walton, noto musicista inglese. Con l’aiuto di uno dei più grandi architetti paesaggisti del Novecento e amico dei Walton, Russell Page, un’enorme pietraia vulcanica è stata trasformata in un eden tropicale di 16.000 mt. quadrati, con oltre 1000 specie di piante rare. Si alternano armonicamente orchidee, ninfee, fiori di loto, grandi alberi di Ginkgo biloba, la cascata cosiddetta del coccodrillo e la Sala Thai.

Da Forio a Serrara Fontana da cui parte un sentiero di circa tre ore che conduce al Monte Epomeo, vetta più alta dell’isola con i suoi insediamenti rupestri scavati nel tufo. Lungo il sentiero si incontra la cosiddetta “fossa della neve”, così chiamata perché anticamente la gente del posto aveva l’abitudine di ricoprire dopo una nevicata il fosso per conservarvi il ghiaccio vista la mancanza dei moderni frigoriferi. Ci si sposta al Comune di Anacapri per raggiungere il punto più alto dell’isola, il Monte Solaro (589 m), raggiungibile attraverso la comoda seggiovia che in soli 12 minuti porta sulla vetta, oppure, per i più sportivi e amanti delle passeggiate naturalistiche, è possibile salire su per il sentiero con un’ora di cammino ed incontrando lungo la strada l’eremo di Santa Maria a Cetrella, nome che deriva dall’erba cedrina o cetrella, una pianta aromatica comune nella zona. Sul monte è possibile ammirare un panorama fantastico immersi nel fascino della vegetazione. Di quest’ultima colpiscono la ginestra, che in primavera tinge di giallo il costone, e grandi arbusti e alberi come il leccio, il corbezzolo e il lentisco.

Sempre ad Anacapri è l’Oasi WWF Barbarossa, situata a circa 80 metri sopra la Villa Michele. Importante punto di sosta per gli uccelli migratori diretti dall’Africa verso le regioni settentrionali dell’Europa, offre anche rare ed interessanti piante tipiche della macchia mediterranea. L’Oasi si estende per cinque ettari e il percorso è punteggiato da esplicativi pannelli didattici. Si alternano pini italici, ginestre e tante altre piante e ricca della fauna mediterranea. Dal verde al blu per itinerari via mare. Si parte dalle spiagge di Procida, a partire da quella della Coricella e quella della Ghiaia. La prima è il posto più suggestivo dell’isola, bella insenatura semicircolare, nell’antichità cratere e oggi porticciolo e borgo marinaro dove è possibile affittare una barca e fare un bagno al largo sotto Terra Murata. La spiaggia di Ghiaia, invece, è raggiungibile solo a piedi scendendo 180 scalini, dalla strada detta discesa Graziella, incassati fra le alte pareti di tufo e ricoperti da vegetazione spontanea di agavi e fichi d’india, dove sulla stretta spiaggia si aprono le grotte dei pescatori, rifugio delle imbarcazioni nei mesi invernali.

Numerose sono le spiagge suggestive di Ischia attrezzate per attività balneari e non, sport acquatici, ristoranti, bar e baretti. Si passa dalla Spiaggia degli Inglesi, di Ischia Porto, alla Baia di San Montano, per Lacco Ameno, alle spiaggia di San Francesco, di Cava dell’Isola e Citara, a Forio. È su quest’ultima, anticamente dedicata a Venere, che sgorgano acque ritenute, secondo la leggenda, miracolose che giovano alle donne sterili. Ma la spiaggia più famosa è quella dei Maronti nel comune di Barano dove sfociano le acque calde delle sorgenti dell’Olmitello e Nitrodi. A Sorgete, invece, è possibile fare il bagno anche di inverno grazie alle sorgenti di acqua bollente che riscaldano il mare nei pressi della riva, attrazione soprattutto per i turisti stranieri.

Proseguendo verso Capri dalle escursioni ai faraglioni alle numerose grotte, molti sono i richiami turistici. Prima tappa è l’Arco Naturale, una roccia che si inarca a picco sul mare, e da qui una ripida scalinata porta alla grotta-ninfeo di Matermania, sul versante sud-orientale dell’isola, grandioso antro naturale probabilmente consacrato in età antica al culto di Cibele (Mater Magna). Si continua poi fino ad arrivare al belvedere di Tragara, alle spalle della Certosa. Sotto la terrazza inizia la strada che scende fino ai mitici Faraglioni di cui il primo, quello più vicino alla costa, si chiama Stella ed è alto 109 m, il secondo Scopolo, che raggiunge i 104 m, e tra i due il più piccolo detto “faraglione di mezzo”, di soli 81 m attraversato da una galleria naturale lunga 60 m.

Ma Capri è rinomata in tutto il mondo per l’oasi delle grotte marine. Per questo imperdibile è una tappa presso la Grotta Azzurra, antica cavità carsica così chiamata perché la luce che vi penetra filtrata dall’acqua rifrange con tonalità azzurre.

Già conosciuta in età antica, è stata riscoperta nel 1826 da due turisti, i poeti Kopsch e Fries, e dal pescatore caprese Angelo Ferraro. Da visitare sono anche la Grotta verde, la Grotta rossa, Grotta dello champagne, quest’ultima così chiamata per l’effetto dovuto al rifrangersi delle onde. Un giro in barca è il modo migliore per godersi il “mare caprese e i suoi monumenti naturali”, ci si può rivolgere per vedere le classiche mete al gruppo Motoscafìsti di Marina Grande e per i più temerari si consiglia la suggestiva immersione con il piccolo sottomarino “Tritone”, un’escursione nei pressi dei Faraglioni a 50 metri di profondità per ben 40 minuti e poi pranzo sulla nave d’appoggio.

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