Il Vallone dei Mulini

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Itinerari del Centro Storico a Sorrento

Nel centro storico di Sorrento, alle spalle di Piazza Tasso, c’è la possibilità di ammirare dall’alto – in una suggestiva prospettiva – uno spettacolo naturale straordinario: il Vallone dei Mulini. Il Vallone circonda, sul lato sud-est, il blocco tufaceo dell’attuale centro storico di Sorrento; osservandolo dall’alto è visibile una caratteristica ferita della roccia, che incide in profondità la piattaforma tufacea in senso trasversale. Questa incisiva ferita è stata originata dalla più vasta eruzione che sconvolse il Mediterraneo circa 35.000 anni fa.

 La potente eruzione colmò di detriti l’intera conca calcarea tra Punta Scutolo e Capo di Sorrento; le acque che attraversavano le valli – trovandole ostruite dai materiali vulcanici – cercarono una nuova strada verso il mare incidendo, progressivamente, il banco tufaceo. I valloni divennero luoghi privilegiati degli insediamenti umani. La grotta preistorica della Conca (Grotta Nicolucci), sulla risalita del Vallone di Marina Grande, e l’insediamento del Gaudo a Piano di Sorrento restano due tangibili tracce di tale fenomeno.

Il Vallone dei Mulini è intagliato da due corsi d’acqua: Casarlano-Cesarano e S. Antonino. La scarsità d’acqua ha contribuito a formare gole strettissime, solo nel punto di incontro dei due corsi d’acqua la gola si allarga e forma una vasta area ai piedi della villa “La Rupe”.

Il nome Vallone dei Mulini, deriva proprio dall’esistenza di un mulino – in funzione fino agli inizi del ‘900 – usato per la macinazione del grano. Annesso al mulino era sorta una segheria che forniva segati pregiati agli ebanisti sorrentini. Il tutto era completato da un lavatoio pubblico usato dalle donne del popolo.

La creazione di Piazza Tasso – a partire dal 1866 – determinò l’isolamento dell’area dei mulini dal mare, provocando un brusco innalzamento del tasso di umidità, che rese invivibile l’area e ne determinò il progressivo abbandono.

Il nuovo microclima favorì lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione spontanea il cui elemento dominante è la Phillitis Vulgaris, uno splendido e raro esemplare appartenente alla famiglia delle felci.

Oggi è possibile accedere alla parte residua del Vallone attraverso antiche rampe intagliate nel tufo con ingresso da una botola presso il parcheggio Stragazzi.

Il nostro suggerimento: Munitevi di binocolo e macchina fotografica ed osservate dall’alto i resti del mulino e la splendida vegetazione selvaggia. La posizione migliore è “via Fuorimura”, nel tratto alle spalle di Piazza Tasso.

Concetta Caccaviello

[Photo Credits]