(AGO PRESS) Tra i numerosi e ridenti casali che compongono il comune di Massa Lubrense, l’antico borgo dell’Annunziata rappresenta il più ricco di memorie storiche.
Un pugno di case, dai tipici tetti a volta, a circa 200 metri sul livello del mare, arroccate tra il Castello aragonese e l’antica Cattedrale.
Un intrigo di vicoli e scalinate mette in comunicazione tra loro le antiche abitazioni del borgo, quasi tutte realizzate tra i secoli XIV e XVI. Qui, infatti, sorse il nucleo più antico di Massa Lubrense, in posizione ritirata rispetto alla costa, con una chiara funzione difensiva dalla incursioni saracene, piuttosto frequenti lungo le coste dell’Italia Meridionale.
Nel borgo dell’Annunziata venne edificata l’omonima chiesa, che fu cattedrale fino al 1465, quando la sede episcopale fu definitivamente trasferita nella chiesa di Santa Maria della Grazie a Massa Centro, dove rimase fino alla soppressione definitiva della diocesi lubrense nel 1801.
La forma attuale dell’edificio risale, però, ai primi del settecento, quando la chiesa venne impreziosita di stucchi barocchi. Nell’interno, costituito da un’unica navata, si può ammirare la bellissima tela cinquecentesca della Madonna della Mercede, ed una statua della “Dormitio Mariae”, molto simile per fattura a quella custodita nella chiesa della SS. Annunziata in Sorrento.
Accanto alla ex-cattedrale venne edificato nel 1582 , ad opera di Marco Cangiano, un conservatorio per fanciulle povere.
Dopo circa un secolo di abbandono, l’imponente edificio, che conta oltre 80 stanze ed il cui ingresso è ricavato in una antica torre, fu trasformato in convento dai Frati Minimi di San Francesco di Paola, che tuttora vi risiedono, intorno alla seconda metà del novecento.
Dalla piazza antistante la chiesa della SS. Annunziata, una ripida gradinata, che serpeggia tra le case del borgo, tutte realizzate nel caratteristico tufo grigio sorrentino, conduce al Castello Aragonese.
Della struttura difensiva restano una torre cilindrica ed i bastioni, ma la veduta che si gode dal castello è tra le più suggestive della Penisola Sorrentina. In un colpo d’occhio si ammira il Golfo di Napoli, le colline del Deserto, delle Tore e l’isola di Capri quasi si tocca con mano.
Poco più a valle dell’abitato, dove termina la rotabile, sorge un’altra storica dimora, la settecentesca Villa Rossi. Qui, il letterato Andrea Rossi ospitò Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte, che nei primi di ottobre del 1808, assistette dalla Villa all’assedio di Capri, occupata dagli Inglesi alleati di Ferdinando IV di Borbone.
Sempre in una stanza della stessa villa Gioacchino Murat firmo la capitolazione dell’isola.
Marco Mantegna