A pochi passi dal Sedil Dominova, lungo Via Padre Reginaldo Giuliani a Sorrento, c’è una bottega che, durante il periodo natalizio (e quello che lo precede), si trasforma in un autentico paradiso destinato ad estasiare quanti amano i pastori napoletani.
Lì, infatti, la scultrice Elisabetta Surico, fin dal 1992, espone i propri pastori ed una quantità praticamente infinita di oggetti destinati ad abbellire ed impreziosire qualsiasi presepe.
Capace di realizzare pastori che variano da 4 centimetri di altezza fino alle dimensioni naturali di un essere umano, Elisabetta Surico, si dimostra particolarmente versatile, essendosi specializzata, tra l’altro, nella realizzazione di “nature morte” in cera.
I suoi formaggi, le sue ceste, di frutta, ma anche i suoi banchi di pane, di pesce e mille altri piccoli particolari sono capaci di conferire ulteriore bellezza agli “scogli” ed ai pastori di chiunque e continuano ad essere motivo di sincera ammirazione.
Ma non sono solo questi i motivi di orgoglio e di vanto dell’artista che lavora nel pieno centro storico di Sorrento.
Meravigliosi, ad esempio, sono anche gli angeli o gli animali esposti nella sua bottega, come meravigliosi sono i vari pastori sparsi – sia pure in ordine – in ogni angolo.
La bravura della Surico è tale che a lei, ad esempio, si sono stati commissionati – per essere esposti e venduti a San Gregorio Armeno – diversi pastori di grandezza umana, oltre a gruppi raffiguranti la natività e perfino alcuni esemplari raffiguranti Totò, Eduardo De Filippo e Pulcinella – tutti sempre delle stesse dimensioni – .
Sempre tra i lavori commissionati, inoltre, figura il presepe realizzato per il Comune di Gragnano (abbellito da una superba riproduzione di Piazza San Leone e da pastori che riproducono le antiche tradizioni vantate nella produzione della pasta) e molte altre opere che sono state esposte, tra l’altro, presso la Reggia di Caserta ed il Palazzo Ducale di Venezia.
Bellissimi, in ogni caso, sono i suoi pastori in terracotta, spesso impreziositi – secondo i dettami della scuola presepiale napoletana del settecento – dall’uso del legno, di occhi di vetro, di abiti in seta, in velluto o in altri tessuti pregiati.
Tra i fiori all’occhiello della stessa Elisabetta Surico, figura anche la collaborazione con la famiglia Scuotto che dedica le migliori espressioni della propria produzione di pastori e presepi alla famiglia dei Reali di Spagna.
Fabrizio Guastafierro