Punta Campanella è il lembo estremo della Penisola Sorrentina che delimita ad oriente il Golfo di Napoli. Il promontorio si allunga sul mare e sembra quasi vada a ricongiungersi con l’isola di Capri; in mezzo ci sono tre miglia marine da sempre ritenute insidiose da marinai e pescatori: le bocche di Capri. L’incontro tra correnti diverse crea gorghi e vortici, le coste rocciose ed a picco sul mare non offrono facili approdi. Qui, secondo la leggenda, Ulisse incontrò le Sirene e sulle rocce delle Sirene, biancheggiano i resti dei naviganti. Sorrento ha tratto il suo nome proprio dall’essere situata sul Promontorio delle Sirene, Sirenusium, là dove sorgeva un Tempio, sulla Punta della Campanella, un “candido tempio”, una delle meraviglie del mondo, secondo Norman Douglas (1868-1952), che alla Terra delle Sirene ha dedicato un libro.
Delle Sirene ormai non vi è più traccia, scomparsa la tomba di Partenope, come narra un mito: ”…..sul loro scoglio bianco come neve cessarono il loro canto. Una gettò il flauto, l’altra la lira, lanciarono un grido perché il momento della loro morte era giunto e, dall’alto della rupe, si gettarono negli abissi del mare ed i loro corpi si mutarono in rocce…..”
Punta Campanella è uno degli itinerari paesaggistici di maggiore interesse naturale, storico ed archeologico che è possibile visitare nella nostra penisola.
Per iniziare questa straordinaria passeggiata, bisogna partire dalla piazzetta di Termini – frazione di Massalubrense – facilmente raggiungibile con gli autobus della SITA che, dalla stazione di Sorrento, arrivano a Nerano. Dalla piazzetta di Termini – seguendo le copiose indicazioni – inizia il lungo ma straordinario percorso per arrivare fino alla Punta della Campanella, attraverso una stradina di campagna ed un suggestivo panorama, a sinistra la montagna di rocce bianche con la sua tipica vegetazione, a destra il mare, le piccole baie ed insenature che si susseguono senza tregua.
La prima parte dell’itinerario, fino alla cala di Mitigliano, è caratterizzata dalla tipica vegetazione della macchia mediterranea; in prossimità della Campanella invece, si assiste ad una straordinaria metamorfosi, la vegetazione si trasforma in una macchia bassa molto meno rigogliosa dove trionfano gli olivi selvatici, il mirto, il ginepro e il rosmarino; la brezza del mare alla quale sono esposti, li modella, facendogli assumere un’insolita forma. E’ qui che nidifica il gabbiano reale, ed è in quest’area che è possibile scorgere il falco pellegrino o il gheppio.
Sul limite estremo della Punta della Campanella, in un selvaggio isolamento, sorgeva il tempio della dea Minerva, nel punto in cui è stata successivamente eretta la Torre cinquecentesca di cui, ancora oggi, è possibile ammirare i resti. Questa torre rappresenta una materiale testimonianza di quel fitto sistema difensivo, fatto edificare da Roberto d’Angiò quando, nel corso del XVI secolo, inizia la minaccia delle incursioni dei pirati saraceni che, per tre secoli, costituiranno un continuo tormento per le popolazioni rivierasche. Accanto al tempio, di origine greca, sorgeva una villa romana, il tempo ci ha restituito soltanto pochi ruderi di questa straordinaria costruzione; un altro elemento interessante è costituito dai resti di uno speculum (torre di segnalazione), che sorgeva, maestosa, di fronte al faro della villa Jovis di Capri. La via antica che conduceva al tempio di Athena è conservata, ancora oggi, per lunghi tratti. Di queste straordinarie costruzioni oggi restano le mute pietre, testimoni di un tempo straordinario, levigate dalle onde e dalla brezza del mare.
Meta di viaggi ed esplorazioni, il suo ricordo è presente nei versi omerici: “Odisseo dopo aver lasciato Circe e prima di entrare nello stretto tra Scilla e Cariddi, incontra le Sirene” la cui dimora Pomponio Mela pone sulle Sirenuse (isolotti oggi denominati Li Galli) ed altri su Capo Ateneo o Promontorium Minervae (Punta della Campanella).
Queste sono solo alcune delle meraviglie che questi luoghi conservano come gelosi custodi, tangibile testimonianza del nostro passato. Proprio per tutelare questi ambienti ancora incontaminati, che racchiudono tesori archeologici, storici e naturali di straordinaria bellezza, è stata creata un’area naturale marina protetta in grado di salvaguardare questi tesori e tramandarli alle future generazioni.
L’Area Naturale Marina Protetta Punta Campanella, nasce proprio dalla necessità di salvaguardare questa terra straordinariamente ricca di storia, di cultura, di ambienti naturali marini unici al mondo, pura espressione di eventi geologici, di ecologia mediterranea, di paesaggi incontaminati ed il mito che essa ospita, si riflette ancora oggi, attraverso secoli e secoli, in quelle acque straordinariamente limpide.
È’ una passeggiata indimenticabile, qui i profumi del mare si fondono con quelli della montagna per creare un’atmosfera suggestiva che evoca le memorie di un’epoca straordinaria, fatta di eroi, di grandi gesta e di leggende sospese tra la realtà e la fantasia.
Concetta Caccaviello
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