Bracigliano e Siano, insieme ad un gruppetto di altri comuni della Valle dell’Irno, area pedemontana salernitana situata a nord del capoluogo, basano tuttora parte della loro economia sulla ciliegia. La cerasicoltura locale, che abbina alla valenza di attività produttiva quella paesaggistica e naturalistica nonché di protezione idrogeologica, ha sempre puntato sui caratteri di tipicità e, in particolare, sulla conservazione del patrimonio genetico originario.
Primeggiano, tra le cultivar autoctone: la Sciazza e le Spernocchie (I e II), diffuse, in pratica, esclusivamente all’interno di questo ristretto bacino produttivo e caratterizzate da elevata produttività e da frutti di particolare pregio mercantile.
L’epoca di fioritura si colloca tra fine marzo e inizio aprile mentre la maturazione, medio-precoce, avviene, in genere, per la Sciazza nella seconda metà di maggio e per la Spernocchia a distanza di qualche settimana. Il frutto è di pezzatura media, colore rosso molto scuro, brillante, polpa molto consistente, spessa e croccante, sapore agro-dolce, molto gradevole e resistente alle manipolazioni. Una caratteristica quest’ultima che lo rende particolarmente idoneo alla frigoconservazione, alla trasformazione, e alla commercializzazione in aree anche distanti da quella di produzione. Un’altra varietà tipica della zona è la Pagliaccio, che si distingue anch’essa per le ottime caratteristiche organolettiche e tecnologiche.
Le forme di allevamento delle piante sono prevalentemente di tipo tradizionale, a vaso libero, con raccolta manuale dei frutti attraverso impiego di scale. Le ciliegie generalmente vengono sistemate in cassette forate, per un peso di circa 25 kg, e trasportate ai centri di lavorazione e commercializzazione con destinazione prevalente ai mercati regionali.